mercoledì 13 agosto 2008

SVENIMENTI

Cechov tra vaudeville e cinema muto

SVENIMENTI
La Domanda di matrimonio, L’orso, Tragico controvoglia

di Anton Cechov

traduzione di Fausto Malcovati, Vittorio Strada

con Massimiliano Caretta, Cristina Cavalli, Marco Pasquinucci
e Alberto Costa, Vittorio Gerosa
regia Maurizio Sguotti
scene e costumi Francesca Marsella
produzione Kronoteatro
con il contributo di Comune di Albenga

Nel 1933 il grande regista russo Mejerchol’d metteva in scena uno spettacolo nato dall’unione di tre “scherzi” in un atto di Anton Cechov, intitolandolo “33 svenimenti”. Tanti erano infatti i momenti di mancamento dei personaggi rintracciati nei testi cechoviani, animati dallo spirito di satira amara, svelta, garbata, divertita, talvolta cattiva, con cui l’autore aveva trattato la piccola borghesia di fine secolo, uno spirito che sembrava calzare a meraviglia con il mondo sovietico dei rinati benestanti, non meno gretti, tronfi, ipocriti e rozzi dei loro antenati. Anche nel 2008 questi personaggi e le loro vicende, tra ingenue passioncelle, meschinità e grettezza quotidiana, non hanno perso nulla della loro attualità. Kronoteatro ripropone così sotto il titolo di “Svenimenti” i tre “scherzi” di Cechov: “La domanda di matrimonio”, “L’orso” e “Tragico controvoglia” con sguardo contemporaneo e un occhio a precedenti allestimenti, come quello già citato di Mejerchol’d e la memorabile messa in scena italiana ad opera di Egisto Marcucci con il Gruppo della Rocca negli anni ’70. Tre atti unici in cui il filo conduttore diventa lo svenimento, l’offuscamento, la perdita della ragione e, dunque, la follia. La regia di Maurizio Sguotti si ispira al racconto “ospedaliero” di Cechov “Reparto n° 6”, una sorta di contenitore dentro cui si muove l’azione: una stanza nosocomiale asettica e fredda che diventa uno stralunato palcoscenico dove i “malati” si esibiscono per il pubblico dei “sani”, sorvegliati a vista e guidati da due minacciosi guardiani, impersonati dai giovani Alberto Costa e Vittorio Gerosa. In questa atmosfera inquietante si susseguono le tre storie in un atto, pervase di irresistibile comicità: un impacciato giovanotto in cerca di moglie è alle prese con una petulante donzella e il suo iroso padre; la vita di clausura di una inconsolabile vedova e del suo servo è turbata dall’irruzione di un impetuoso creditore; un compassato gentiluomo viene travolto da doveri e commissioni cui è obbligato dal suo status di marito con famiglia in villeggiatura. Tre interpreti, Massimiliano Caretta, Cristina Cavalli e Marco Pasquinucci, vestono i colorati panni dei diversi personaggi, accomunati dalla predisposizione allo svenimento e dunque alla perdita di coscienza e allo smarrimento della ragione, entrando e uscendo dai ruoli come chi è alla ricerca di una verità e di una identità non più recuperabili e che solo a sprazzi, proprio grazie al mancamento, si lasciano intravedere. Litigi e svenimenti, vorticosi parossismi e improvvise sospensioni si alternano in una girandola di situazioni comiche e bizzarre che vogliono recuperare il clima grottesco che ai primi del ‘900 divertiva e appassionava gli spettatori del vaudeville e del cinema muto.

Lo spettacolo ha debuttato ad Albenga il 29 febbraio 2008.

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